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Bertha Pappenheim, da Anna O. alla lotta per l’emancipazione femminile

Oggi vorremmo soffermarci su una figura spesso dimenticata, ma simbolica della forza e del ruolo emancipatorio della donna nel XX secolo: Bertha Pappenheim.


Bertha Pappenheim nacque a Vienna nel 1859 in una famiglia ebrea ortodossa: la sua figura entrò precocemente nella storia per essere stata la famosa paziente 0 (Anna O.) della psicoanalisi. Dopo le prime sedute “sul lettino” con Joseph Breuer fu proprio Sigmund Freud ad interessarsi al suo caso e a dare il via alla psicoanalisi con i primi studi sull´isteria.


Tuttavia di questa sua “storia giovanile” sono conservate poche tracce, non solo per una complessità clinica delle sue patologie neurologiche ma forse anche perché, come riportato dalla stessa Wikipedia, “ella si rifiutava di parlare di quel periodo ed anzi si oppose con veemenza ad ogni proposta di cura psicoanalitica per i suoi stessi pazienti”. Il momento rivoluzionario per la sua esistenza, che corrisponde all’eredità ed all’insegnamento da lei lasciatoci, corrisponde con la sua venuta a Francoforte e poi più tardi a Berlino.


A partire dal 1888, dopo il trasferimento a Francoforte ella inizierà ad occuparsi dei temi cari per la vita: dapprima entrò nella Associazione nazionale delle donne tedesche (Allgemeiner Deutsche Frauenverein) e poi a partire dal 1904 ella divenne una delle figure centrali della Associazione delle donne ebraiche (Jüdischer Frauenbund), fondata a Berlino nello stesso anno.


Nei decenni seguenti, Bertha Pappenheim si dedicherà ai temi generali dell’emancipazione femminile in generale ma soprattutto in riferimento al ruolo delle donne nella vita sociale dell’ebraismo tedesco, esasperato dalle contraddizioni tra mondo ortodosso e liberale all’ interno e dalle forme di pregiudizio ed emarginazione, provocate dall’ emergente antisemitismo, all’esterno.


Tra i vari progetti come asili, case di riposo e incontro sostenuti da Bertha Pappenheim è da ricordare l’istituto di ospitalità per donne di Neu-Isenburg vicino a Francoforte: fino al giorno della sua morte, avvenuta nel maggio del 1936, esso rappresenterà il fulcro del suo vitalismo politico e sociale. Poco più di due anni dopo, il 9 novembre 1938 il centro verrà messo a ferro e fuoco e chiuso sull’onda delle barbarie della Notte dei Cristalli.


Figure come quella di Bertha Pappenheim fanno convergere elementi fondamentali della storia tedesca di inizi XX Secolo, segnata da grandi rivendicazioni sociali sui diritti e sulla emancipazione dei gruppi minoritari quanto dall’elemento della integrazione ebraica. Avvicinarsi alla complessità tragica quanto libertaria di questi elementi permette di comprendere meglio la cultura tedesca odierna.

Buono a sapersi: al Museo Ebraico di Berlino è possibile approfondire la figura di Bertha Pappenheim e in generale la storia dell’emancipazione delle donne nella cultura ebraico-tedesca.


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