Lo spirito di Iffland al Gendarmenmarkt
Al centro del Gendarmenmarkt, da molti considerata come una delle più belle piazze della Germania, incorniciate dai “Duomi” tedesco e francese, spiccano elegantissime la casa dei concerti di Schinkel e la statua di Schiller. Chiunque ci sia già stato avrà probabilmente percepito una spazialità molto suggestiva, quasi a far da testimone ad uno dei periodi più fiorenti della cultura berlinese.
Per tentare di comprenderla dobbiamo fare un passo indietro nel tempo. Siamo nel 14 novembre 1796, e il re Federico Guglielmo II ha appena nominato a capo del teatro nazionale prussiano una figura che andrà a segnare indelebilmente la storia del teatro tedesco: August Wilhelm Iffland.
Chi è questo Iffland? Un eccezionale attore prima di tutto, che in gioventù ha recitato nei migliori teatri tedeschi. Ma anche, e forse soprattutto, un genio del “marketing culturale”, come diremmo oggi. Quando gli viene richiesto di recitare nel pezzo schilleriano “Luise Millerin”, si rifiuta categoricamente. Motivo? Il titolo, a suo parere non abbastanza accattivante per l’esigente pubblico cittadino. E così è lui a coniare il titolo “Intrigo e amore”, che diventa una delle tragedie tedesche più famose di tutti i tempi.
Ma torniamo alla sua nomina a direttore a Berlino. Il piccolo teatro cittadino non gli basta. Esige e ottiene la costruzione di un edificio imponente e centralissimo. La sua filosofia? “Non sono le persone che devono andare a teatro. È il teatro che deve andare dalle persone”.
Ed è addirittura lo stesso architetto della porta di Brandeburgo, Carl Gotthard Langhans, a costruire a Iffland il “suo” teatro. (Per onore della cronaca va notato che l’edificio non è all’altezza della Porta, tanto che i berlinesi lo chiamano “la valigia”. Nel 1817 si incendia, e oggi abbiamo la fortuna di poter ammirare la più bella ed elegante ricostruzione di Schinkel.)
Ma con il nuovo edificio a disposizione, Iffland fa di Berlino un’avanguardia del teatro tedesco. Lessing, Goethe e soprattutto Schiller, Schiller e ancora Schiller vengono presentati in rappresentazioni ardite e appassionanti, che infiammano lo spirito degli spettatori e vengono raccontate e discusse nei minimi dettagli nei tanti saloni letterari della città.
Ed eccoci tornati ai nostri tempi. Dopo esserci soffermati con lo sguardo sulla statua di Schiller, continuiamo a cercare. Ma Iffland in questa piazza non lo troviamo. O forse sì? Forse… troviamo lo spirito moderno di Iffland in tutta Berlino, oggi così amata e valorizzata dal punto di vista culturale.
E mandiamo un pensiero pieno di affetto alla nostra Italia, augurandoci tanti Iffland che sappiano valorizzarne la cultura millenaria, patrimonio ineguagliabile che se ben presentato potrebbe riportarne l’economia ai vertici mondiali. Ce lo auguriamo di cuore.