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La tomba di Federico


Se andate a visitare il castello di Sanssouci a Potsdam, andate a cercare la tomba di Federico. Nel giardino, dando le spalle al castello, la troverete alla vostra sinistra. Non cercate una grande stele sfarzosa, come ci si potrebbe aspettare per la tomba del più grande re prussiano. Piuttosto, guardate al suolo e troverete alcune lastre di pietra arenaria, semplicissime.


Da una parte ne vedrete nove, con misteriosi nomi… Biche, Alcmene, Arsinoe, Thysbe, Phillis, Diana, Superbe, Amourette, Pax… Chi erano questi personaggi dai nomi così raffinati? Non ci crederete, ma sono i nomi e le tombe dei cani di Federico II. E pochi metri più a destra, ne troverete un’altra. Probabilmente decorata con semplici fiori di campo e patate, e una scritta: “Friedrich der Große” (Federico il Grande). Le patate, Federico le aveva promosse molto in Prussia, perché economiche e nutrienti. E i cani erano gli amici degli ultimi anni solitari.


“Ho vissuto da filosofo e voglio venir seppellito da filosofo, senza pompa, senza fasti e senza cerimonie. Se morirò a Berlino o a Potsdam, non voglio essere esposto alla frivola curiosità del popolo. Piuttosto, voglio essere seppellito a mezzanotte, tre giorni dopo la mia morte. Mi si porti a Sanssouci, solo con la luce di una lanterna, senza che qualcuno mi segua, e mi si seppellisca in una buca che ho fatto preparare sulla terrazza.”


Queste erano state le ultime volontà di questo grande re. Ma ci sono voluti più di duecento anni per esaudire il suo ultimo desiderio. Il suo successore, Federico Guglielmo II, che amava gli sfarzi, lo fece seppellire in gran pompa alla chiesa centrale di Potsdam. Durante la seconda guerra mondiale, la tomba venne messa al sicuro e finì per essere conservata nello splendido borgo degli Hohenzollern nel sud della Germania.


Solo dopo la riunificazione tedesca fu possibile riportare la tomba a Sanssouci. Il 17 agosto 1991. In una cerimonia semplice. A mezzanotte.




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